Le proiezioni economiche in senso stretto indicano un pil al +5,9% quest’anno, rivisto dal +7% delle stime di giugno, ma al +3,8% nel 2022, dal +3,3%,e al +2,5% per il 2023, dal 2,4%. La prima previsione per il 2024 punta al 2%. Di conseguenza il tasso di disoccupazione è stato rivisto al 4,8% per quest’anno (dal 4,5%) ma confermato al 3,8% e al 3,5% per 2022 e 2023. Per il 2024 è ugualmente indicato un 3,5%. Il rinvio dell’annuncio del tapering è probabilmente legato, oltre che alle incertezze sulla pandemia, al peggioramento delle prospettive di breve periodo. Invariato al 2,5% il livello dei tassi “di lungo periodo”, neutrali.
L’inflazione è stata invece rivista al rialzo al 4,2%, dal 3,4% di giugno, per il 2021; al 2,2% dal 2,1% per il 2022, invariata al 2,2% per il 2023 e al 2,1% per il 2024. Rivista al rialzo anche la core inflation: 3,7% per il 2021 (dal 3%), 2,3% per il 2022, 2,2% per il 2023 (era 2,1%, a giugno, per entrambi gli anni). Potrebbe essere al 2,1% nel 2024.
Sulla vicenda Evergrande, il presidente ha assicurato che gli Stati Uniti non hanno una grande esposizione diretta. «È una situazione particolare della Cina, che ha un debito elevato per un’economia emergente», ha detto.